dal 7 novembre menù con piatti più nutrienti e salutari
Dal 7 novembre l’offerta alimentare delle mense del DSU Toscana subirà un profondo cambiamento finalizzato a rendere “sostenibile” il servizio ristorazione ispirandosi ai criteri sociale, ambientale, economico e nutrizionale.
Per quanto riguarda il criterio nutrizionale la scelta dei piatti di ogni pasto terrà conto del giusto apporto di nutrienti per favorire un buono stato di salute dei fruitori, riducendo il rischio di malattie cardio-vascolari, obesità, diabete e di tutte le patologie non trasmissibili legate ad una non corretta alimentazione e stile di vita.
E' stata dunque operata una diminuzione dei derivati animali nell’offerta giornaliera e valorizzazione delle proteine vegetali con una rinnovata proposta gastronomica. Un utilizzo esclusivo di olio extravergine di oliva come condimento a crudo e a cotto, una scelta priva di proteine animali tra i primi piatti e una scelta priva di proteine animali tra i secondi piatti e classificazione come secondi piatti dei legumi.
Presenza di carni rosse massimo una volta a settimana, riduzione delle fritture che sono effettuate utilizzando esclusivamente olio di arachide. Assenza nel menù di carni o pesci ricomposti, né prefritti, né impanati industrialmente. Assenza di derivati animali nei contorni, una presenza di maggiore varietà di cereali e derivati integrali tra i primi piatti.
La frutta e gli ortaggi freschi saranno prevalentemente biologici e di provenienza toscana. Gli yogurt e le uova fresche saranno biologici. Verranno utilizzate derrate fresche e conservate di tipo biologico, DOP, IGP e provenienti da filiera corta.
Questa offerta è il frutto di un lavoro pluriennale, iniziato nei primi anni duemila dal Servizio Ristorazione del DSU, già in parte attuata con l’unificazione dei menù nelle mense a gestione diretta della Toscana e la creazione del ricettario unico toscano.
L’Azienda prosegue oggi il proprio impegno raccogliendo una nuova sfida che investe sulla transizione verso un sistema di ristorazione sostenibile con la conseguente revisione della nuova offerta alimentare, raggiunta grazie a processi formativi degli operatori della mensa e un costante dibattito interno sulle procedure di produzione supportato anche da scambi internazionali mirati al confronto con altre esperienze.